VALTER CAON.

VALTER CAON

La storia recente e attuale della pittura di Valter Caon è sicuramente riconducibile alla corrente delle neoavanguardie americane in particolare mi riferisco all’espressionismo astratto, il cui campione è indubbiamente Jackson Pollock.

Nell’opera dell’artista in esame, si scopre il valore dell’interferenza e della discontinuità, dell’irruzione del caso che entra continuamente in gioco in ogni attività, in ogni ambito della vita, a livello molecolare e a quello della formazione del quotidiano.

Valter attraverso i suoi quadri, frutto di un profondo lavoro introspettivo, ci rimanda il mondo in cui vive quotidianamente.

L’istantaneità della lavorazione del quadro ricorda il processo di elaborazione immediata degli  impressionisti che fissavano nella tela un preciso istante di ciò che ritraevano.

Valter nonostante abbia un progetto di composizione dell’opera ben preciso, ha l’immediatezza di traslare nelle sue tele una sensazione, un ricordo, un pensiero, un’emozione, frutto del momento che sta vivendo.

La fonte cui attinge sempre l’artista rimane comunque l’inconscio, in cui l’inorganicità del simbolo convive con la forza proliferante dell’energia elementare.

Le opere dunque sono in continuo divenire, Caon arricchisce la sua poetica artistica con improvvisazione pura del jazzista e da anima e corporeità al suo operato anche attraverso altre importanti caratteristiche come la spontaneità e velocità comunicativa.

La tecnica usata dall’artista è mista e il magma materico multistrato che ne esce è dato da studiate e precisissime gocciolature, ritrazioni, comparire e scomparire del colore.

Nulla è per caso anche se il senso della forma nasce da quello che non si riconosce; immediatamente però, grazie anche all’indicazione contenuta nei titoli, siamo in grado di distinguere, attraverso un vero divertimento linguistico, forme simil-umane, nature e oggetti.

La pittura diventa il punto in cui la sostanza psichica precipita dentro la materia dell’arte.

L’artista ci invita a giocare nel suo mondo attraverso i riflessi della materia, arricchiti da spruzzate di vernice lucida trasparente ed anche da un movimento del pennello istintivo, vibrante e carico di energia vitale.

L’applicazione della juta rende ancor più interessante il suo operato, visto che, grazie a questo materiale incollato o strappato in un fondo rigorosamente astratto, inserisce l’elemento figurale che ci permette il riconoscimento, seppur fantasioso, di un mondo contemporaneo che a causa della velocità del vivere ci lascia solo il ricordo confuso di ciò che vediamo o che abbiamo visto.

Il particolare lascia spazio alla sagoma rielaborata e filtrata sempre attraverso il mondo introspettivo dell’artista.

Il ciclo pittorico di Valter si propone anche di instaurare un rapporto dialettico, un momento di dialogo con il fruitore, in cui tensioni armoniose date dalla stesura del colore e dalla tavolozza cromatica composta da rosso, arancio, nero, bianco, compongono un linguaggio spontaneo e facilmente riconoscibile per chi sta a guardare o meglio ascoltare ciò che l’opera comunica.

Un’altra non trascurabile componente dell’opera è la fisicità che mette l’artista per comporla.

Come Jackson Pollock anche Valter elabora i suoi quadri in posizione eretta ponendosi perpendicolare rispetto alla tela; conquista così una visione dell’insieme dell’opera più completa.

Il suo passo barcollante e circumnavigante intorno alla tela procede secondo il trend musicale del jazz, strutturato per geometrie afasiche, sincopate e circolari. Come la vita.


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