SVITLANA ITSENKO
Svitlana Itsenko è nata a Krivoj Rog in Ucraina dove ha frequentato, negli anni 1975-1979 la scuola statale d’arte e poi il corso universitario per diventare insegnante di materie artistiche. Fin dall’infanzia ha dimostrato una grande passione per la pittura, in particolare per quella figurativa. La sua attività espositiva è iniziata nel suo paese d’origine dove ha ottenuto numerosi riconoscimenti. Nel 2004 si è trasferita in Italia, con residenza a Forlì. Da allora ha continuato il suo percorso artistico partecipando a rassegne collettive ed allestendo mostre personali in varie città italiane.
Grazie all’amore verso la pittura Svitlana ha la possibilità di esprimere appieno il suo essere in modo intimo e personale, attraverso una libertà intellettuale che non la tiene ancorata ad uno stile preciso. Ineluttabilmente i nostri occhi sono invitati a vagare all’interno delle opere e lo spazio agisce come specchio in cui riversare i nostri ricordi. I paesaggi della Itsenko risolti in maniera emblematica grazie all’uso magistrale della spatola e la profonda conoscenza dell’olio hanno una punta di nostalgia bucolica, quasi arcadica, essi sono luoghi, non luoghi dove il senso dell’infinito scorre e tocca tutti gli elementi raffigurati. Cosicché l’artista elegge il paesaggio come mezzo per parlare di se e per sondare i segreti dell’anima recuperando attraverso l’atto creativo la propria parte irrazionale. Colline, distese di prati, alberi solitari, cespugli accennati, fiori e cieli agitati, tersi, colorati degli stessi colori della natura che sovrastano e dominano dall’alto fino a non capire dove sia la linea di confine tra cielo e terra e da qui nasce un’unica consapevolezza ed è quella che il paesaggio assume il colore degli occhi e dell’anima di chi li osserva e li contempla. La tavolozza della Itsenko così si arricchisce di colori intensi, brillanti che mettono a nudo l’interiorità dell’artista e mostrano il suo continuo lavoro di scavo fino ai confini del suo Io. L’artista durante l’atto della creazione si immerge nell’opera d’arte e vive un momento estatico, si trova fuori dal tempo e dallo spazio e si ritrova in una sorta di eternità a cui da voce e tinge di poesia. La natura in fin dei conti è come noi umani, si presenta ogni giorno con un volto nuovo, diversi colori, diverse sfumature. Foscolo a metà tra neo-classicismo e romanticismo anima romanticamente la sua natura e la rende metafora dei suoi stati d’animo cioè il senso di sgomento che l’uomo prova di fronte alla grandezza della natura sia nel suo aspetto pacifico sia, ancora di più, nel momento della sua terribilità, quando ognuno di noi sente la sua piccolezza, la sua estrema fragilità, la sua finitezza ma al tempo stesso, proprio perché cosciente di questo, intuisce l’infinito e si rende conto che l’anima possiede una facoltà superiore alla misura dei sensi. Di ciò sono fatti gli incantevoli paesaggi della Itsenko di infinito, eterno, incontaminato dove il silenzio apparentemente domina la scena e lascia lo spazio al messaggio dato esclusivamente dai vari strati e toni del colore che si libera in stratificazioni armoniose e lineari nelle tele. Le opere dal grande intimismo ed inconfondibile proprietà di linguaggio sono brani di verità dov’è celata una sottile malinconia di Svitlana che attraverso la sua narrazione pittorica ci elargisce tutte le sue profonde vibrazioni spirituali.
Raffaella Ferrari
Critico d’arte e curatrice di eventi