Sabato 2 dicembre 2006 ore 17.00 presso Studio Elle Arte Contemporanea, Vicenza, Borgo Scrofa 97, verra’ inaugurata la mostra personale di fotografia: “I colori del tempo” del Dott. Stefano Cusumano, presenta Dott.ssa Raffaella Ferrari Critico d’Arte.
Seguiranno proiezioni e intrattenimento musicale col cantautore Piergaetano Garofalo e i musicisti interpreti Carlotta Scalco cantante e Matteo Liani alla tastiera.
La mostra sarà aperta al pubblico fino a domenica 17 dicembre 2006.
L’amore per la fotografia di Stefano Cusumano gli e’ stata trasmessa dal padre sin dalla più tenera eta’.
Siciliano d’origine vive e lavora a Treviso da tantissimi anni svolgendo la professione di medico neurologo presso l’ospedale della citta’.
L’incontro felice e la lunga amicizia con il pittore bellunese Giampaolo Corona lo porta a riprendere in mano questa sua passione.
I soggetti ritratti da Cusumano sono vari e vanno dalle nature morte ai paesaggi, ai ritratti di persone nelle loro quotidiane attivita’, ma l’interesse di Stefano attualmente e’ catturato dal parco del fiume Sile ed in particolare grazie a la fertile sensibilita’ dell’autore l’ha portato a ritrarre e documentare, in maniera emblematica, attraverso la sua pitto-fotografia, i riflessi sull’acqua dei soggetti che vivono sulle sponde del fiume stesso.
Attraverso le immagini fotografiche Cusumano ci regala attimi intimi d’incanto, di personale catarsi, egli si libera dall’ansieta’ della vita quotidiana, dalla frenesia del vivere e cattura con occhio libero realta’ quasi oniriche che difficilmente ci accorgiamo esistere.
Le increspature dell’acqua diventano così il tema unico su cui ricamare le immagini sapientemente catturate e accarezzate dall’obiettivo della macchina fotografica.
La forma mutevole delle onde accarezzate dal vento, la luce mutevole, i cambi stagionali, le temperature documentate, sembrano in realta’ tracce di visioni intimamente personali gettate e accolte dalla meravigliosa idea dello specchio dell’anima e l’anima in questione e’ quella dell’artista che magicamente usa il mezzo fotografico per raccontarci quanto la sua poetica sia accattivante, leggera, liquida e metaforicamente palpabile, accompagnandoci con mano verso una improvvisa sospensione del mistero.
Le immagini di Cusumano a volte sembrano essere spiate attraverso una fessura, tanta è la sua delicatezza nel ritrarre.
Il suo “spiare” non vuole rubare e deturpare nulla alla natura, il suo grande rispetto consiste proprio nel ritrarre la natura come gioiello dei gioielli e darle dignita’ e protezione imprigionandola nello specchio d’acqua.
I momenti ritratti sono unici, perche’ l’increspatura dell’acqua e tutte le componenti succitate non potranno mai piu’ essere le stesse se ritratte in un altro momento; la sua opera sara’ così veramente unica, eterna e irriproducibile a differenza dell’opera pittorica.
Allo stesso tempo Cusumano sembra “ingannarci” e gioca con l’obiettivo in modo talmente naturale che cio’ che imprime nella pellicola sembra, in realta’, nato dall’intervento di un pennello o di una spatola, cadendo e sciogliendosi in una meravigliosa alchimia data dall’unione dello scatto, attimo scelto del soggetto ritratto e dal vento giusto.
Lo specchio d’acqua rimanda così anche i riflessi dell’anima dell’artista , i suoi momenti intimi, la sua acuta prontezza istantanea nel catturare l’attimo da ritrarre.
A volte gli scorci di paesaggi riflessi diventano astratti, le metamorfosi che subiscono le immagini catturate dall’increspatura dell’acqua, agitata da un vento utile, proteggono in maniera emblematica l’immagine, facendola gelosamente sua.
Il senso del movimento della corrente futurista si insinua e compenetra con l’idea della prima impressione della corrente impressionista.
Uno degli esiti piu’ riusciti nell’opera di Cusumano e’ l’idea di materia tanto che, nonostante la fotografia sia un prodotto piatto, attraverso un sapiente dosaggio di chiari-scuri, le immagini talvolta sembrano in rilievo e ci rimandano la pastosità e il colore dell’opera pittorica.
In altri casi la sua attenzione è alleggerita e le sfumature uscenti dalla fotografia ci ricordano la leggerezza e acquosità dell’acquerello.
Un’ ulteriore nota interessante è la libertà d’interpretazione che Cusumano offre ai suoi fruitori e il meraviglioso input a continuare il racconto attraverso la propria personale fantasia.