SILVANO LONGO

 

VILLA MABULTON

1 LUGLIO 2012

RASSEGNA CULTURALE

 

ARTE IN VILLA

 

 

 

 

 

Silvano Longo

 

 

 

Silvano Longo abita e lavora a Padova. Nasce nel1953 aPalermo e si trasferisce a Padova ancora bambino. Studia all’Istituto Tecnico Industriale “F. Severi” e si diploma in elettronica industriale.

Fin da ragazzo, oltre alla manualità applicata alle scienze tecniche, si dedica con passione alle arti figurative dove esprime la sua personale sensibilità verso una ricerca ideale dell’intimo legame fra reale e fantastico, fra materia e spirito. E’ nel periodo giovanile che, attraverso un’intensa produzione di disegni, grafismi e sculture, acquisisce da autodidatta una capacità compositiva che lo porterà verso la fine degli anni ’70 ad approdare al mezzo fotografico.

Spazia fra il naturalistico, il ritratto e l’astratto, il bianco e nero e il colore. Partecipa a vari concorsi da cui riceve consensi; fra questi nel 1982 viene segnalato con due sue opere nel concorso nazionale dell’ AGFA Gevaert a titolo: “Il Colore E’ Un’Opinione”; nel 2011 è finalista al “Premio Arte” e nello stesso anno finalista al “Premio Durello” all’interno di “Arte Verona”. Si sperimenta nella comunicazione pubblicitaria e nel 1980 produce alcune immagini per la campagna pubblicitaria di un’azienda di abbigliamento. Dal 2001 passa al digitale affascinato dalle grandi possibilità espressive che le nuove tecnologie possono offrire. Partecipa nel 2011 con la galleria Castellano di Castelfranco Veneto all’ “AAF2011”di Milano e di Amsterdam, ad “Arte Pordenone e ad “Arte Verona”. Firmatario a marzo 2011 del manifesto “Nuova Dialettica” (dialettica delle emozioni per l’arte come bellezza) assieme ad altri sei artisti emergenti della galleria “Castellano Arte Contemporanea” di Castelfranco Veneto. Ad oggi è impegnato nella ricerca costante degli aspetti formali e non, per poter trasmettere al meglio le proprie emozioni, fine ultimo posto nella sua produzione di immagini. Fotografare significa appropriarsi delle cose che si fotografano, fare proprie certe immagini suggellando e fermando un istante di emozioni individuali profonde. In Longo è palese il suo personale desiderio di scoprire, la voglia di emozionarsi e emozionare, attraverso il gusto di catturare immagini che creano trasporto e profonda commozione. L’autore è profondamente coinvolto in quello che fa e organizza le sue forme e i suoi scenari usando all’unisono testa, occhio e cuore. La sua è una profonda ricerca spirituale, la ricerca della verità della bellezza nella trasparenza della luce che staglia e avvolge i suoi scenari e ne diviene il perno, fondamento, di una comunicazione e di un messaggio che porta noi osservatori, davanti a tale bellezza, a diventare persone diverse stimolando inevitabilmente la nostra curiosità nel cercare e riscontrare ciò che viene proposto nella realtà della natura. Le immagini fotografiche, proposte dall’artista, purificano e nobilitano ciò che viene rappresentato e occorrono molti anni di pratica per ottenere tali straordinari risultati. Un altro elemento sostanziale nella fotografia di Longo, a dar man forte a tutto l’impianto ritratto, è sicuramente l’uso di  una prospettiva volutamente ricercata che accompagna l’occhio del fruitore a seguire un percorso specifico di lettura dell’immagine. La grande profondità di campo così ottenuta, a mezzo della prospettiva che tiene un punto di fuga molto in basso, come nelle fotografie ove viene ritratto il bosco “Trittico Tendenze” o la spiaggia “Tracce e Percorsi”, sono a coronamento di un’adeguata profondità di sentimento che coglie e comunica emozioni documentate attraverso il dettaglio e, proprio in tutte queste foto, il dettaglio è fonte di emozioni purissime unitamente alla scelta del colore bianco e nero e a tutte le sue grammature che toccando note di grigi chiari e scuri e che, creando delle ombre/luci, vanno a sottolineare ancor più ciò che Longo vuole rimandarci. La fotografia così ottenuta è l’esito di un’attenta ricerca dell’autore e non mostra una particolare idea standardizzata di foto naturalistica che segue certe regole o dettami, ma evidenzia  una personale galleria di emozioni filtrate da un’attenta esperienza fatta nel campo. Il protagonista incontrastato nell’opera di Longo è il sole, fonte di luce, dal suo posizionamento nel cielo sembra che Silvano abbia un ora precisa e scelta in cui fare i propri ritratti. Il trittico “Trame” cambia leggermente il suo punto di fuga che viene spostato più in alto, grazie a questa scelta studiata Silvano arresta una parte più ampia del paesaggio ritratto tendendo così a superare e reinterpretare lo spazio in cui viviamo. Silvano si muove in luoghi solitari, non toccati o abbandonati e conduce l’uomo alla comprensione della sua limitatezza di fronte al cosmo. Il grande impiego dell’autore è far capire come le energie umane e i mezzi meccanici risultano alla fine ben poca cosa di fronte alla potenza primordiale e ai tempi lunghissimi della natura. Il nostro rapporto con la terra è complesso: anche se sfruttiamo e aggrediamo la natura per strapparle ciò che è necessario alla nostra sopravvivenza, siamo tuttavia consapevoli della sua trascendente imperturbabilità e del suo incontrollabile potere. La galleria fotografica di Silvano è quindi un grande omaggio alla natura, non vista come matrigna, ma come madre e culla per noi umani, nelle sue fotografie non c’è assolutamente tensione, ma ammirazione e rispetto verso chi ci accoglie e accudisce. In fin dei conti l’arte, essa sia scultura, fotografia, arte pittorica, è un’avventura dello spirito, del pensiero e dell’immaginazione creativa. Sta all’artista poi scegliere il mezzo a lui consono per esprimere il suo pensiero. Altro tema trattato da Longo sono i muri, nel ciclo denominato “Persone e Città”. Longo, spontaneamente ferma e ritrae attimi di comune quotidianità, il normale scorrere della vita, baleni di intimi dialoghi che sembrano perpetuarsi nell’eternità, cattura senza alcuna pretesa la normalità di uno sguardo, di un respiro, di un pensiero conservato emblematicamente in architetture che già raccontano e ci rimandano le loro personali storie. Grazie alla profonda conoscenza della fotografia digitale e ai programmi informatici a lei collegati Longo è riuscito nel suo intento e come in un libro aperto ci offre la sua emozione e commozione intima per mezzo della fotografia.

Raffaella Ferrari