SABINA PARAVANO

 

Sabina Paravano 19-12-2020

 

Le opere di pitto-scultura, nate da un’arte comunemente detta gestuale, dell’artista Sabina Paravano, ci permettono di trovare un accesso nella sua essenza di persona e di donna, e tracciano percorsi intimi altrimenti inespressi. L’arte gestuale risponde all’attimo creativo e, ancor meglio, al personale sentire del: “Qui ed Ora”. Le creazioni sono cariche di tutti quegli elementi che rendono la cifra espressiva dell’artista distintiva, unica, riconoscibile e riconducibile a lei. Negli anni di attività pittorica Sabina è andata via via affinando la tecnica e modificando sempre più i soggetti. Inizialmente immetteva nelle tele molti elementi sia pittorici che ispirazioni desunte da ciò che la circondava, all’interno delle tele trovavano spazio così più elementi figurali, delineati da contorni ben tracciati e contenitivi piuttosto che segni liberi e istintivi. Sicuramente, tecnicamente, questo percorso, lo si può ricondurre ad un’iniziale sperimentazione verso ciò che invece la rappresenta ora. Sabina raccoglie le ceneri di ciò che ha appreso e sperimentato negli anni e di queste ne mantiene soprattutto i materiali che tuttora usa, come: cementi, colle, terre, pigmenti, etc… Mano mano che la sua arte si affina, l’artista tende a togliere costituenti, più che inserirne, e lascia parlare quelle tracce compite con decisi e sicuri colpi di dita e mani, che si sostituiscono all’uso del pennello. Il troppo disturba e andava a limitare una visione del particolare e sfuocava la ricerca dell’essenza della realtà soggettiva che le si poneva davanti. Essendo una grande osservatrice la Paravano, non si concentra mai sull’insieme che le viene proposto davanti agli occhi, ma è sempre alla ricerca del particolare e su quello individua specificità e profondità sia di messaggio che di forma, che poi verranno tradotte gestualmente. L’autrice rifugge così al caos e entra nello spirito delle Cose creandone un nuovo ordine. Lei si fa forza dei propri difetti e gli stessi li cerca in chi e cosa gli sta di fronte, perché lì raccoglie tutte quelle particolarità che poi verranno tradotte in arte.  Il suo gioco creativo produce una grammatica di dinamismi fisici atti ad immettere, nell’opera d’arte, l’energia che giocoforza viene immessa o rimossa attraverso la materia, un divertimento di vibrazioni energetiche, un dialogo personale con la materia che diventa anche ricerca di un’origine sia personale che totalitaria e la estende a tutta l’umanità. La ricerca della Paravano, dunque, diventa uno scambio continuo di vibrazione tra microcosmo, ossia la sua dimensione interiore e il macrocosmo, ossia l’ambiente che la circonda, e dove lei vive ed interagisce con la vita. Nel momento della creazione Sabina si estranea dal mondo, ascolta la musica e cade in una sorta di meditazione, dove i rumori, le distrazioni e tutto ciò che la può deviare da ciò che sta producendo viene completamente accantonato, lasciato fuori dalla porta, perché in quel momento lei ha il massimo contatto con sé stessa. L’arte per Sabina è sempre stata terapia di lunga vita, in essa ha scritto tutti i suoi stati d’animo e questo si percepisce dai segni incisi, affondati nel materiale ospitante. Le linee che vediamo o i cerchi, il segno fitto o diradato, ripetuto o saturato, alleggerito, penetrante e deciso, attraverso il gesto d’arte, mette ordine al disordine interiore e il silenzio dell’anima è nota che l’accompagna mentre crea. L’ azione artistica diventa così la sede di depurazione del suo pensiero.  Il tempo che scorre trova una precisa ambientazione nella sua grammatica artistica e viene sempre rinchiuso in spazi ben delimitati, i titoli stessi conferiscono una chiave di lettura del significato del quadro, e da qui inizia un viaggio intimistico ed esternato, a mezzo della pitto-scultura, ove si fluttua, attraverso fraseggi enigmatici introiettati in intime confusioni mentali, purificazioni, sgambetti della vita, meditazioni e scosse vitali e vissute principalmente dall’artista. La sua è una continua ricerca di ordine intimistico per dare un senso alle cose. Talvolta i colori si accendono di rossi, su questi quadri i segni sono molto più incisivi, molto più decisi, quasi a voler mimare con l’atto gestuale il pulsare del sangue e lo scorrere vitale dell’energia, altri quadri invece, dove dominano gli azzurri e i verdi, le incisioni si fanno più tenue, più armoniose, quasi voler significare un rappacificamento con sé stessa, un espletare di ordine intellettivo maturato nell’interiorità. L’artista grazie all’atto liturgico della creazione riesce a dominare i sentimenti istintivi e talvolta indomabili, con una pacatezza meditativa nota che viene ben trasferita all’opera stessa. Qui si rappresenta la voglia della ricerca dell’esistere e dell’esistenza. Un altro elemento introdotto a mezzo dei “graffiti” inseriti nei quadri è il cerchio, sia nella sua interezza ossia come cerchio chiuso che come elemento rappresentato semi-circolare. Il cerchio è simbolo dell’equilibrio cosmico e dello scorrere del tempo, meccanismo cui tutti siamo inseriti a partire dalla nascita. Con le opere, in cui appare il cerchio o i semicerchi, Sabina cerca di dare risposta ai propri perché esistenziali, si racconta e deposita i propri stati d’animo per capirli, digerirli e rivelare a sé stessa una soluzione per lanciarsi verso la leggerezza della sua anima concorrendo alla meritata felicità. Interessanti sono certe gestualità nei quadri della Paravano come ad esempio la goccia stilizzata nell’atto di penetrare il liquido accogliente che ha riferimenti e simbologie ben radicate, il sangue ad esempio è vita come d’altronde l’acqua, questi due elementi si congiungono e si mescolano in un unico fluido. Il dinamismo dei segni incisi nei supporti, il loro stesso creare ombre e scontri di luce, animano un dialogo fatto di fraseggi gestuali intimi e dai significati che vanno oltre il semplice “rappresentato” attivando, inevitabilmente la ricerca nell’intuito del fruitore. Dunque, si enuncia nelle opere della Paravano, l’incedere del tempo, la natura che muta ogni istante il “Panta Rei”, il tutto scorre, inizio e fine, la ciclicità della vita, e la consapevolezza di essere qui e che la vita merita di essere vissuta in ogni suo piccolo istante. Questo è l’equilibrio della natura rappresentato graficamente attraverso il cerchio e proprio questa visione ci dà un insieme unitario dell’universo, il cerchio unifica in un Tutto euritmico le cose. E così, l’arte di Sabina, attraverso i suoi caustici segni, che rappresentano anche lo stato delle sostanze primordiali, va a cercare sovente l’armonia che ha inizio principalmente nel suo microcosmo per poi espandersi al macrocosmo, e traduce l’indifferenziato caos generatore della creatività in uguaglianza di principi, raggiungendo una rappresentazione artistica ricca di dimensione intellettuale e spirituale.  La Paravano, attraverso l’arte, ci rimanda quella visione muta e che si evolve al mutare del suo atteggiamento interiore.


Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>