9 OTTOBRE 2011
VILLA MABULTON CHIASIELLIS
GOLF CLUB
Nello Taverna è nato a San Giorgio di Nogaro (UD) nel 1950. Si è dedicato alla pittura sin da giovanissimo e le sue prime esposizioni risalgono alla fine degli anni ’60. Le sue opere e il suo lavoro sono conosciuti a livello internazionale con grandi elogi da parte della critica e riviste di settore.
Da alcuni anni la sua cifra espressiva è ben radicata attraverso la rappresentazione delle gocce, ormai sua nota distintiva, anche se la sua sperimentazione nell’ambito delle arti visive è incessante e di grandi risultati estetici.
Le tele preparate con meticolosa attenzione sono risolte con un impasto dato da: terra-sabbia e colla, stesi a pennello e arricchite con colori a pigmento e acquerelli, le gocce sono eseguite ad acquerello e acrilico.
Ma perché l’acqua? Il vento? Il mare? La sabbia? Oggetti spiaggiati risorti?
Qual è il messaggio intimo di Taverna consegnatoci attraverso l‘arte pittorica?
Nell’acqua nasciamo e di acqua siam fatti, l’acqua è elemento primordiale per eccellenza e precedente la creazione.
L’acqua simboleggia la vita, l’acqua non muore è viva.
Il Guru Nanak (santo indiano del 1469, induista) dice: “ La goccia d’acqua è nel mare
Il mare è nella goccia d’acqua e noi siamo onde nel mare. E mare nelle onde. Allora ascoltiamo l’acqua. Non basta rispettarla: sentiamone la voce, il richiamo e in essa ritroveremo noi stessi, la nostra origine”.
E proprio con l’acqua Nello si racconta, attraverso lei depura i suoi sentimenti, parla dei suoi silenzi, delle sue meditazioni sulla vita, della pace, dell’unione uomo-natura attraverso le cose semplici, immediate, istintive, ed enuncia il suo rispetto verso ciò che lo circonda, esso sia uomo o cosa; la trasparenza della sua anima è pari alla trasparenza delle gocce e ci rimanda, attraverso la loro rappresentazione, tutte le sfumature di ciò che lo circonda e che le circonda, esse sono vetri trasparenti, immote, risolte pittoricamente senza alcuna oscillazione e ci accolgono delicatamente in un pacifico silenzio.
Ci immergiamo in quel liquido esso sia acqua o goccia e la pace ci inonda, ci viene trasferita e risveglia in noi ricordi ancestrali.
In fin dei conti l’acqua è la creatrice animata del raggio del calore. Ella assimila , interiorizza, ammorbidisce, mescola, inibisce, omogeneizza, riempie e dissolve.
Il comportamento dell’acqua è paragonabile alle nostre vite, ai nostri rapporti con gli altri, alle nostre dinamiche quotidiane.
L’acqua vince cedendo, cambiando forma, adattandosi alle circostanze, aggirando gli ostacoli.
“Anima e Acqua” hanno per l’appunto “Esistenza insieme” per le valenze della vita sin dai primordi, la Goccia sorse prima e la propria Umidità trapassò per prima l’Oscuro, la densa Materia.
L’elemento esprime nella mente dell’essere il profondo senso di empatia e di compassione, calma l’intelletto e rende la fantasia inventiva geniando le novità.
All’acqua appartengono emozioni profonde che scorrono, appaiono in superficie o scompaiono sottoterra, secondo le proprie leggi, inafferrabili, imprevedibili, indecifrabili, a volte sconosciute, a volte dominanti.
E’ l’altruismo di Nello che si evince attraverso la sua pittura, simbolo della conservazione di integrità, le gocce mai assorbite sono come scrigni di trasparenti pensieri profondi, radicati e gelosamente conservati nelle sfere, un dono all’umanità.
Le gocce di Nello si rincorrono, giocano nei supporti a girotondo, si inseguono, compatte danzano da sinistra a destra formano cerchi, lance, quadrati, sembrano attirate dalla forza della calamità in senso contrario e mai perdono la loro dignitosa forma, gocce che non gocciolano. Nei loro giochi di posizioni creano proiezioni di ombre a sinistra a rimarcare ancora una volta la filosofia orientale riguardante il sorgere del sole, ossia il momento della nascita, da est a ovest.
Acqua dunque simbolicamente il primo contatto con la vita nel ventre materno, liquido della sessualità scoperta, liquido che avvolge e dona vita.
Le direzioni, i percorsi, le varie ubicazioni delle gocce di Nello sui supporti non sono mai a caso ma rispecchiano il momento vissuto da Nello nell’atto della sua creazione, i suoi personali stati d’animo e rispondono anche con rigore però alle necessità e ai percorsi suggeriti dal fondo.
I toni, naturali, sabbiosi, non invadenti, lasciano trasparire tutta l’elegante danza delle gocce, il fondo, mai invadente, non si permette mai di assorbile, ma le contiene timidamente senza respiro sopra se.
Nelle varie sperimentazioni e ricerche di Taverna talune volte le gocce sono state assorbite dal fondo, in fondo l’acqua è acqua è tutto e non è niente, nel momento in cui la accogli tra le mani svanisce e lascia il Nulla, concetto Zen. Secondo la Filosofia Zen: “Se apriamo le mani, possiamo ricevere ogni cosa. Se siamo vuoti, possiamo contenere l’universo”.
Secondo il Ch’an (Buddismo) prima, e quindi lo Zen dopo, la comprensione è possibile solamente ignorando l’intelletto e prestando ascolto agli istinti, all’intuizione. La sperimentazione della realtà senza l’uso dell’intelletto, ciò non significa non cultura, anzi, ma la completa accettazione della natura e dei suoi fenomeni, senza una spiegazione logica per ogni piccola sfumatura.
Lo Zen di conseguenza porta alla calma interiore, una forma di quietismo positivo.
Non a caso i titoli consegnati ai quadri di Taverna hanno attinenze Zen: Dharma (legge o diritto, naturale ordine delle cose), Respiro Cosmico, Respiro d’Oriente, Pensiero d’Oriente, Shui (acqua), Zen, Il primo sole, Ch’ì (l’energia), L’ombra del Bambù, Pensiero Zen, Luna, Tao.
E Nello è Essenza, è trasparenza, semplicità, natura, minimalismo, è le sue opere che rispecchiano completamente il suo essere uomo, yin-yang, risolto con estrema e precisa maestria tecnica.
Le armoniche soluzioni figura-sfondo danno vita ad un impianto chiaroscurale che ricordano spazi astrali. Le gocce, indipendenti dal supporto, fanno si che l’opera d’arte sia composta da due elementi distinti ma combinati per antonomasia in un’unica soluzione.
L’uso di materiali semplici e di colori sabbiosi, mai troppo forti, aprono magicamente degli spazi spirituali elevando l’impianto a dimensione contemplativa e rasserenante.
Gioco forza di Taverna è la realizzazione di illusionismo pittorico fatto e costruito sulla concettualità pura, depurata, sintetica.
La tela di Juta, sabbiata, opaca, risolta in maniera emblematica, diventa entità indipendente nel momento in cui l’artista decide di “depurarla” dalle gocce, in questo nuovo ciclo prodotto l’autore mette in risalto ed evidenzia il lavoro costante e fine del vento che agisce sulla sabbia creando regolari piegature senza alcuna tensione emotiva e di composizione, un libro aperto che racconta la continua evoluzione della natura, il lavoro incessante ed eterno del mare, del vento, la vita che scorre, che va.
Questo nuovo percorso può essere anche anticamera alla realizzazione degli oggetti spiaggiati e risorti, che non sono altro che ritrovamenti di plastiche di bottiglie ed oggetti vari di plastica raccolti in riva del mare, per poi essere assemblati, in maniera magistrale, da Nello, resi opera d’arte dal fine gusto estetico.
A renderli preziosi è l’attenta e geniale lavorazione da parte dell’artista, essi mantengono gelosamente le incrostazioni date dal mare e l’ingiallimento dovuto al sole, non vengono ripuliti, ma le loro caratteristiche vengono fissate attraverso la loro completa immersione in cera liquida, grazie a questa particolare e personale tecnica di mantenimento l’artista da una nuova dignità ai suoi ritrovamenti e ne fa opera d’arte.
L’occhio colto così viene inesorabilmente ingannato e il gioco s’è fatto enigma. Non sono vetri. Sono plastiche con le caratteristiche estetiche di preziosissimi vetri antichi o antichizzati.
Acqua divinità, che assomiglia all’anima dell’essere vivente, acqua irrequieta, non ha posa, non ha principio, non ha fine…è eterna, come l’arte di Nello.