Il trasferire su tela ciò che Marisa Falbo incontra, vede e sente nella sua vita, attingendo dalla natura che la avvolge o scavando nella propria conoscenza oltre che coscienza, offre spunto di indagine a tematiche sviluppate nella propria e ormai matura rima artistica. Come dice l’artista: “Il mio fare Arte pesca nella mia “ sacralità” interiore e si proietta nella tela in un viaggio determinato da una consapevolezza acquisita nel tempo, attraverso vicissitudini ed esperienze, che mi hanno dato modo di assaporare variegati pentagrammi esistenziali, dove a volte la musica era amara, malinconica e triste, altre volte invece gioiosa e prorompente da farmi mancare il fiato!”.
A partire da metà degli anni ‘70 l’artista spazia e sviluppa varie tematiche concludendo cicli pittorici che portano con sé già un’analisi profonda sulla mente umana, che riprenderà svariate volte nel personale percorso sul perché delle cose, traducendo emblematicamente in espressione artistica i vari stati d’animo designati alle figure rappresentate. Di sicuro interesse è il periodo Baudelariano, come il periodo dedicato ai clown, dove la si vede cimentarsi sulle pieghe dei volti come pura espressione dello stato d’animo interno e libro aperto sulle intime commozioni del personaggio raffigurato. Ogni periodo sviluppato esprime un intervallo di meditazione dell’artista sul suo personale ed intimo percorso di vita. Quando la camicia però si fa stretta, lei è pronta a vestirne un’altra ed è aperta a qualsiasi consiglio proveniente dal personale moto interiore, cosicché cambia strada, cambia tematica, cambia tecnica, risolve il tema ed è di nuovo pronta alle nuove esperienze che l’accompagneranno. Perciò la sua arte è una sorta di diario di bordo, dove sulla tela viene appuntato, attraverso velature, cambi cromatici, sovrapposizioni, ogni singolo e travolgente palpitio dell’intima emozione vissuta e poi trascritta e fermata nella galleria dedicata alla propria vita. Cosicché, tutti questi passi, esperimenti e strade percorse la porteranno negli ultimi vent’anni ad avvicinarsi per poi addentrarsi nella Mer-Ka-Ba (parole che provengono dall’antico Egitto), dove si parla di spirito e luce trasposti nella realtà umana e divina. La Mer-Ka-Ba è un campo contro-rotante di luce, acceso dalla roteazione di conformazioni geometriche distinte che operano contemporaneamente sul nostro spirito e il nostro corpo. Attraverso la meditazione si può aiutare la mente, il corpo umano e lo spirito ad accostarsi e a verificare altri piani di realtà e potenziali di vita.
Nel Merkaba si parla di energia cristallina, ampiamente descritta e visibile nelle opere attuali della Falbo, essa annovera geometrie sacre e specifiche che allineano mente, corpo e cuore.
La Falbo attualmente lavora ogni singolo giorno sulla propria MERKABA trasferendo così ogni sfumatura della sua esperienza, come in tutti gli altri periodi artistici, visivamente e ne raggiunge un esito superiore com’è l’energia positiva che ad oggi la contraddistingue.