LOREDANA RIAVINI

VILLA MABULTON

“SU PEI MONTI”

17 DICEMBRE 2011

VILLA MABULTON GOLF CLUB

 CHIASIELLIS, MORTEGLIANO (UD)

LOREDANA RIAVINI

Loredana Riavini nasce e vive a Trieste.

Diplomatasi all’Istituto Statale d’Arte “Nardio” di Trieste, dove ha avuto modo di sperimentare varie tecniche artistiche, inizia nei primi anni Sessanta le sue esposizioni in Italia e all’Estero conseguendo sempre grandi consensi.

Ha insegnato per molti anni Educazione Artistica nelle Scuole Pubbliche.

L’attuale pittura narrativa e nostalgica della Riavini è eseguita per lo più ad acrilico steso a spatola poi tamponato con la gommalacca, esclusi i bianchi, su tavole di legno preparate a gesso di Bologna e colla Caravella.

A Loredana piace il contatto diretto con la natura, difatti la sua produzione è perlopiù eseguita en plein air e i luoghi che lei più ama sono: Grisignana, Buie, Portole e Sisano in territorio Sloveno.

Ma quali sono i temi trattati dalla Riavini?

Paesaggi Carsici e della Dalmazia, ma in particolare le loro architetture ancorate nel terreno roccioso, calcareo che si estende dal Nord-Est dell’Italia, dai piedi delle Alpi Giulie al mare Adriatico attraversola SloveniaOccidentalee l’Istria Settentrionale fino al Nord-Ovest della Croazia, senza pascoli e vegetazione, un territorio di mezza montagna, fatto di crepacci che penetrano profondamente nel suolo, ricco di migliaia di grotte e fiumi sotterranei. Loredana è speleologa di superficie tanto è meticolosa la sua attenzione nella ricerca dei particolari della vita dei paesaggi ritratti.

La forza dell’erosione nelle rocce carsiche è pari all’erosione del tempo che inesorabilmente invecchia le case e tende a far dimenticare il vissuto.

Grazie alla Riavini gli ambienti riportati attraverso le sue opere vivono in una dimensione altra, lei ferma il tempo e sembra che ciò che racconta sia una storia narrata con la stessa tranquillità e pacatezza dei nonni seduti attorno al focolare dove rivelavano ai nipoti le loro vicende di vita vissuta.

La figura umana così lascia spazio ai suoi fantasmi e, man mano che si apprezzano le vedute dell’artista, si è invitati ad entrare da quelle porte semi chiuse o semi aperte, in punta di piedi, senza fare rumore, con enorme rispetto, lo stesso che l’artista usa nell’atto creativo.

Ogni passaggio di persona nelle case della Riavini è documentato meticolosamente,  i muri muffiti dal tempo lasciano trasparire le mille cromie di intonaci staccati e ci comunicano le varie passate di colore a riverberare i diversi gusti dei locatari.

Appare il sasso, accuratamente tagliato e adattato alle necessità dell’edificio e l’usura del tempo dato dalle sue naturali crepe, quelle fenditure così simili alle caratteristiche del suolo Carsico.

Ed ancora tutto si sottende entrando nei quadri dell’artista, le chiacchiere che animavano i borghi, i pettegolezzi delle vecchie, le gioie e i dolori, i pianti e le urla festose dei bambini e gli sguardi volti all’infinito dei vecchi.

Le tracce dell’uomo sono ancora visibili e l’artista inserisce come ornamento oggetti dimenticati dai vecchi abitanti come: panni stesi, forche, vasi, annaffiatoi e piante, vite americana, glicini fioriti, buganvillea, vari ornamenti vegetali dal timbro postimpressionista.

Loredana tutto questo lo racconta attraverso un fitto frasario compositivo, timbrico e tonale, dato dall’unione dell’armonia ed equilibrio prospettico, lumeggiato da luci sapientemente direzionate ed atte a sottolineare, grazie alla perfezione della tecnica esecutiva, le emozioni dell’anima dell’artista.

 

Raffaella Ferrari

Critico d’arte curatrice di eventi

 


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