LILIANA NAZZI
Liliana Nazzi nasce a Udine e risiede e lavora a Terenzano di Pozzuolo del Friuli. L’amore nei confronti dell’arte si fa sentire già dalla più giovane età e trova sviluppo nella pittura e disegno. Ciò che la stimola e la incuriosisce sempre è il colore e le sue varie manifestazioni e interazioni con la luce. Dopo un periodo di allontanamento dalla pittura Liliana recupera la sua passione in età matura ed inizia a dedicare notevoli approfondimenti sia sulla forma che sulle varie ed infinite facce del colore e della materia. Partecipa a mostre collettive e rassegne d’arte in Friuli, Austria e negli Stati Uniti, ottenendo premi e riconoscimenti sia dal pubblico che dalla critica. Frequenta varie scuole e corsi, come le lezioni tenute sull’incisione ed anche altre materie fornite dalla stamperia Albicocco.
I temi affrontati da Liliana, quasi sempre, trovano uno sviluppo ciclico, nascono così delle serie di quadri dedicati a: Frattali sviluppato in occasione di una mostra organizzata da Quadrante Arte di cui lei è socia nel direttivo, Viaggi, Studi sulle ombre, particolari di paesaggi come quelli esposti qui dietro i tre quadri dedicati uno al pozzo di Pozzuolo, l’altro alla porta della Palacine e Mortegliano, i Mulini, Grado, Cividale, le reti e la Rosa di Gorizia che sviluppa attraverso delle inusuali cromie il tema dal figurativo all’astratto. Un quadro di questo ciclo è stato esposto nella Galleria Dora Bassi di Gorizia.
I colori, sempre ben calibrati all’interno delle composizioni, percorrono le varie cromie che vanno dalle terre ai viola, lilla, blu e verdi intensi. In base alla tonalità scelta essa sia individuata tra i colori freddi o caldi, per sviluppare a pieno il tema, l’artista inserisce sempre il colore di accensione o smorzamento rispetto a ciò che predomina sulla stesura. Così saremo posti di fronte a quadri dove ad esempio il blu sarà prevalente con inserimenti di rosa rossi e bianchi, mentre i verdi e blu, vengono accesi da gialli, rossi e arancioni e svilupperanno così dialoghi silenziosi, pause e intense vibrazioni nello svolgimento del tema da trattare.
L’arte della Nazzi è prevalentemente arte figurativa, anche se, come si può notare sempre nei suoi cicli, l’artista parte da un istanza figurativa per poi giungere e toccare l’informale. Questo succede soprattutto quando Liliana va a sviluppare di una tematica il particolare che maggiormente la colpisce, il particolare viene ingrandito e lei studierà in maniera libera e molto personale lo sviluppo nello spazio e la prospettiva dello stesso cercando di arrivare alla sua essenza compositiva.
Cosicché il materiale pittorico proposto dalla Nazzi è offerto sempre in maniera differente a seconda delle specifiche esigenze, questo procedimento permetterà all’artista l’uso di tecniche diverse consentendo di sviluppare studi di libera espressione. I quadri spazieranno così dall’uso di oli e acrilici, con inserimenti di collage e sabbie. Le composizioni prenderanno vita così con la ricerca dell’effetto “ombra” e la continua ricerca della luce, che si evince in ogni singola pennellata e, in ogni personale sovrapposizione di materiale. Il suo continuo stratificare e sovrapporre sembra vogliano riassumere i vari tasselli della vita, quella vita quotidiana, in quei luoghi conosciuti che suscitano le vere fermezze del nostro cammino. Liliana si ferma davanti alle bellezze che la circondano, e il fermarsi in questa società attuale, dove tutti corrono non è da tutti. Così i particolari sognanti di stralci di vita percorsa, fatti di storia e di passato ancora pulsanti di tutta quella vitalità dell’esserci rivivono, attraverso un ambientazione quasi onirica, nei quadri della nostra artista. Oltre che la ricerca della luce, gli accostamenti squillanti del colore o delicati e soffici, la Nazzi ricerca costantemente sofisticate trasparenze e questo dato si evince soprattutto nel ciclo dedicato ai Mulini. I temi ripresi invece vedono la rete protagonista, come la mela tutti ricchi di simbologie. La prima enuncia la speranza, la ricerca, l’abbondanza e la fede, la mela invece legata alla natura indica le cose semplici della vita, le cose essenziali, ma è anche simbolo di perfezione, bellezza, è immagine del paradiso e della gioia, l’eterna giovinezza e l’immortalità.
La rete da pesca trova una delle prime rappresentazioni nel periodo paleocristiano e venne usata per rappresentare la Chiesa e come è narrato nel Vangelo di Giovanni, dopo la morte di Gesù, la cristianità rimase unita.
Un altro tema veramente affascinante trattato dalla Nazzi è quello dedicato alle terre lontane, in particolare alle Isole del mare indiano delle Maurizius. I quadri diventano una sorta di diario di bordo, dove fissare i sentimenti, le emozioni e la felicità di questa nuova esperienza di vita. Dall’alba al tramonto vengono catturate tutte le diverse cromie che questo nuovo spazio naturalistico regala, il tutto però è filtrato da ciò che Liliana sente e prova in certi propri momenti. I fiori di loto, le orchidee spontanee, le terre morbide accarezzate dai vari momenti di luce del giorno affascinano l’artista, la inebriano con la loro tanta bellezza e, grazie alla rappresentazione visiva, lei riesce a fissare indelebilmente i sentimenti provati. Traspare così una gioiosa danza dalla sua pittura, che percorrendo le corde dell’emozione, si lega in un libero abbraccio tra arte, vita e sentimento. Un trasporto sensitivo – emozionale, affiora dal tratto e dalla pennellata gestuale, lasciando intravedere la delicatezza del disegno.
La poetica di Liliana Nazzi sfuma la realtà in variegati “sogni”, fedeli all’idea dell’esistenza, ma sempre assunti dalla sfera popolare più autentica. Momenti vissuti, situazioni da ricordare, vicende personali, intrecciate a richiami di strada, divengono voci soliste della pittura, canti silenziosi nella musicalità artistica di Liliana Nazzi.