24 SETTEMBRE 2011
VILLA MABULTON CHIASIELLIS
GOLF CLUB
Grazia Massa è nata a Udine e vive tra Udine e Verona. Coltiva sin da piccola la passione per l’arte e nel tempo diviene anche poetessa, scrittrice e romanziera.
La sua formazione nel campo artistico la vede impegnata dapprima alla Libera Accademia della Città di Cividale, dove sperimenta varie tecniche artistiche e poi affina le sue conoscenze grazie all’ adesione per otto anni ai corsi d’arte figurativa tenuti dal Centro Internazionale di Grafica a Venezia.
Intensifica le sue esposizioni e il suo lavoro a partire dal 1997, da questo anno in poi la panoramica artistica la vede ripetutamente impegnata in esposizione sia in Italia che all’Estero e la stampa da saggio del suo lavoro attraverso tantissime pubblicazioni, in giornali, riviste di settore e cataloghi.
Fondamentale è anche l’incontro con Greg Murr artista americano che vive a Berlino, con lui percorre un cammino atto ad affinare la sua conoscenza nel campo della sperimentazione della tecnica pittorica attraverso l’uso di: acquerello, gouache, olio, affresco, tempere, uso dei pigmenti e pastelli, graffite e cera. Conseguenti a questo indiscusso lavoro sono i favori della critica e dei fruitori.
Inizialmente impronta il suo lavoro artistico basandolo sulla rappresentazione di paesaggi campestri e marine realizzati en plein air, una sorta di diario di bordo dove la Massa appunta i suoi
viaggi o le semplici gite fuori porta. Gli stessi viaggi diventano anche ispirazione per le sue poesie e racconti.
Visioni oniriche, filtrate dai grandi sentimenti ed emozioni provate dall’artista durante l’atto creativo.
Grazia per un attimo cambia rotta e la sua urgenza di dover esprimere il suo grande amore per Venezia la vede operativa nel ritrarre a suo modo questo luogo da lei tanto amato.
La Massa inizia a frequentare Venezia sin da piccola e a vivere la città in modo profondo, la città trova spazio oltre che nell’espressione pittorica anche nelle poesie.
MAGICA
Venezia, magica:
Piove
Lungo il canale
Lentamente motoscafi
Solcano l’acqua.
Calli già percorse
In un’atmosfera
Diversa. Commossa
Rivive emozioni
Risuonano solo
I suoi passi
Anche altri!
Magia
Di un dolce ricordo
Difficilmente
Cancellabile.
Ma quali immagini rimangono vive nella mente dell’artista?
Non solo le grandi e avvincenti architetture, ma ciò che l’affascina sono i particolari di Venezia come i muri che timidamente urlano la loro storia, si spogliano dagli intonaci lacerati dalla salsedine e si mostrano nella loro nudità per narrare la loro storia. I nostri ricordi vengono magicamente ravvivati e viene riportato alla nostra memoria il favoloso periodo della Serenissima 1300-1500 momento che vede Venezia nel suo massimo splendore commerciale, culturale e architettonico.
La città della Serenissima indossava case coloratissime, di quel tempo rimane oggi solo il ricordo storico visibile talvolta dai muri corrosi dal tempo e dalla salsedine.
Ancora si rivela timidamente quella Venezia e tuttora ci vuole raccontare con tutta la sua energia la sua storia isolata però solo alle fughe dei mattoni e ai visibili strati di colore sovrapposti ripetutamente. Oh, se quei muri potessero parlare, quante storie rimanderebbero alle nostre orecchie! Il passaggio di migliaia di persone, i loro discorsi, le loro nazionalità, i baci degli innamorati, lo schiamazzo dei bimbi, la vita che palpita a Venezia, i suoi profumi assorbiti e le sue malinconie, l’atmosfera circostante è sempre palpabile, dunque questi sono muri o specchi della vita?
Su di essi s’infrange come l’onda sugli scogli una serie di sentimenti dell’artista che vanno dalla malinconia alla serenità dell’io davanti alla storia che passa, che va, ma anche che resta.
Venezia dunque delle ciacole, Venezia accarezzata dalla musicalità prodotta dal mare che si incunea nei canali, Venezia e i suoi vetri.
Altra tematica sviluppata dalla Massa, che come Aracne intreccia e tesse storia, è l’importanza data ai vetri e vetrate di Venezia.
Ecco la storia che si intreccia con la manovalanza. La storia del mastro vetraio che produceva tondi di vetro colorato rispettando la natura del materiale lavorato con le sue tensioni e le sue naturali venature, vetri che raggiungono il loro massimo splendore una volta accarezzati dal sole.
Un opera qui esposta ha partecipato alla 52esima Biennale di Venezia, Categoria Eventi 3P-Bazzanella.
Un ulteriore simbolico omaggio alla città è il Leone di San Marco dipinto completamente con le dita.
Altro tema caro all’autrice sono gli archi o ponti veneziani che univano le calli fra loro solo però per un fattore storico e di tradizione, non architettonico.
Tali archi venivano eretti a simbolo dell’unione tra due innamorati e poi sposi a suggellare la forza della loro unione e la solidità del loro rapporto.
Con il percorso veneziano l’artista da inizio all’arte astratta nel momento in cui presenta le planimetrie della stessa città. Esse offrono un impatto visivo di riuscito effetto in cui vengono poste in rilievo le proprietà plastiche delle planimetrie stesse.
La poetica artistica di Grazia si arricchisce di grandi significati intimi e storici nel momento in cui affronta il nudo come mezzo per esprimere il suo pensiero sui grandi drammi di sofferenza causati dalle guerre.
L’artista nel particolare, attraverso la raffigurazione delle donne, denuncia le violenze fisiche ricevute dalle donne. Il suo vuole essere un manifesto di protesta verso tutte le guerre anche se lei tratta in particolare quella di Bosnia, con effetti devastanti sul genere umano perché colpendo la
natura femminile la guerra va a trafiggere le fondamenta della società strappando identità alle popolazioni ferite e sradicando le radici delle popoli.
Le donne raffigurate spesso sono ritratte senza i particolari del viso, ma le tensioni che trapelano dai loro corpi abbandonati lasciano intuire la loro profonda sofferenza, l’offesa ricevuta, un segno che rimarrà tutta la vita su di un corpo scomodo.
I nudi di Grazia non sono solo protesta, lei promuove anche altri aspetti delicatissimi del mondo femminile come: l’attesa, la malinconia, la meditazione, il proiettarsi verso il futuro e la grande forza di rinnovamento dell’emisfero femminile.
L’artista reinterpreta il “nudo” secondo un’espressione soggettiva e surrealista il cui messaggio è comunque sempre quello di mantenere la speranza.
Messi da parte questi temi, l’artista approda a nuovi percorsi denominati dall’artista : “Percorsi dell’interiorità”, dove la sperimentazione con le varie tecniche pittoriche, unite ai messaggi personali di Grazia vengono esplicitati a mezzo di opere astratte dall’impianto lirico.
Pura ricerca ricca di simbolismi.
I colori proposti sono : bianco, nero e rosso, solo nelle ultime opere Grazia ha inserito “Specchi” d’oro e argento.
Grazie a questa nuova strada intrapresa la Massa esprime in maniera enigmatica la sua interiorità e dona ad ogni gesto pittorico e al colore una sua corretta collocazione. Le opere così realizzate sono studiate, meditate, elaborate e rielaborate secondo una precisa grammatica dalla forte simbologia personale che è anche universale.
I Percorsi sono composti da equilibri e dialoghi ben bilanciati tra le parti e danno corpo plastico a riflessioni interroganti.
I primi esperimenti hanno ritratti martelli e forbici.
Ma cosa ci vuol comunicare l’artista?
Il nero è l’impedimento delle azioni, ostacola e blocca il normale percorso della vita.
Il bianco è la speranza, la vittoria, la serenità, la riuscita negli intenti.
Il rosso è lotta,è grinta che aiuta ad uscire dal nero per arrivare al bianco, una sorta di ponte.
Secondo il credo dell’autrice non bisogna aver paura del futuro, ogni decisione presa rispecchia la necessità del momento che si sta vivendo, c’è sempre la via di fuga, la possibilità di cambiare o rimediare agli errori.
Secondo Confucio il passato è storia, il futuro è mistero e il presente è un dono.
Il dono del presente deve essere vissuto come tale e avendo noi tutti il libero arbitrio siamo liberi di scegliere ciò che pensiamo ORA sia giusto per le nostre necessità, non bisogna poi avere rimpianti, ne ma, forse, se avessi fatto così.
Dobbiamo sempre attingere e credere alle nostre risorse, dobbiamo essere determinati, dobbiamo prima di tutto credere e contare solo su noi stessi, abbandonare la paura perché è quella che ci fa sbagliare e che offusca la razionalità.
Le situazioni negative sono destinate a sbloccarsi e dobbiamo lasciarci accarezzare dal raggio di luce della speranza.
Tutta questa Filosofia di vita della Massa si riversa pure sui quadri a tema di Berlino.
Le due città con l’abbattimento del muro purtroppo non hanno visto risolvere tutti i loro problemi, ma l’artista ha inserito nelle sue opere il bianco che è la speranza che le cose possano cambiare, e che ciò che è stato rimanga solo un ricordo, l’uomo deve lavorare nel presente affinché il futuro sia roseo carico di rispetto con la speranza di essere tutti uniti sotto un’unica bandiera e ideali di vita.
Altra tematica affrontata dall’artista è il suo rinnegare il guadagno facile, cosa che lei non crede possibile.
Per comunicarci questo inserisce degli “Specchi” oro e argento nelle sue composizioni su tele sovrapposte.
La ricchezza non porta sempre alla felicità, nella vita ci possono essere momenti di ricchezza e di povertà a noi sta intelligentemente divincolarci da situazioni difficili o gioire con moderatezza nelle situazioni più agevoli.
Bisogna sempre stare all’erta e far perno, per superare queste situazioni sempre nella propria interiorità che, se non curata costantemente si rischia di perdere la lucidità nel momento della necessità.
Fondamentale è per l’uomo non auto commiserarsi, non piegarsi su se stesso, l’uomo deve trovare le vie di fuga e curando la propria interiorità può uscire da situazioni scomode, attingendo da questo scrigno energetico tutta la forza e la potenza della riuscita e della rinascita.