GERMANA SNAIDERO

Testo critico per la mostra personale di Germana Snaidero “Attimi sospesi” a Gemona – Palazzo Elti, dall’ 08-08-2015 al 27-09-2015

Germana Snaidero
Germana Snaidero nasce a San Daniele del Friuli e risiede a Udine. La passione nei confronti dell’arte si evidenzia già in tenera età come anche l’amore per la lettura e la spontanea curiosità a favore di tutto ciò che è la vita; l’uomo e la natura sono stati sempre oggetto d’indagine da parte dell’artista.  La sperimentazione nel campo delle tecniche pittoriche la conducono a testare: olio, acrilico e acquerello, scegliendo attualmente l’acquerello come la tecnica prediletta e più vicina alle proprie necessità d’espressione. L’arte della Snaidero è distillato esistenziale e pittorico di un’artista colta. Riguardo alla sua formazione pittorica, Germana spiega: “Nei miei studi universitari di filosofia, gli esami di estetica sono stati sicuramente i più entusiasmanti. Sui testi di Erwin Panofsky (storico dell’arte tedesco tra i massimi esperti d’iconologia) e di Ernst Gombrich ho affrontato il significato delle arti visive, i temi della rappresentazione dello spazio e della percezione dal punto di vista psicanalitico. L’indagine approfondita e costante della storia dell’arte e la frequentazione assidua dei grandi maestri in ambito museale, modellano costantemente la mia pittura in fase progettuale e nel suo farsi”.
Per perfezionarsi sui segreti dell’affascinante e ardua tecnica dei colori ad acqua,  l’artista ha frequentato un corso di acquerello tenuto dal pittore udinese Aldo Ghirardello. La condivisione più profonda del suo operare nel mondo dell’arte ha avuto sempre un’importante ricaduta didattica sugli alunni delle sue classi, visto che Germana è un’entusiasta insegnante, fino al momento in cui decide di condividere il suo sapere come docente presso l’Università della LiberEtà di Udine, tenendo corsi di disegno e acquerello. Durante il suo continuo studio, la Snaidero s’investe anche della Laurea in Scienze dell’Educazione presso l’Università degli Studi di Trieste dove, elabora una tesi d’estetica sul cinema di Eric Rohmer. Successivamente la vediamo anche attiva come giornalista pubblicista. Un’artista poliedrica, curiosa, attiva nel campo della cultura, generosa nel riversare la sua attenta conoscenza agli altri come dono più bello, come eredità indiscussa di tutto il suo operare a 360° a favore e in favore della divulgazione della cultura.
La mostra “Attimi sospesi”, sostenuta e voluta dal Comune di Gemona del Friuli e tanto attesa dall’artista ci mostra, in una sorta d’antologica, i vari cicli di dipinti di diverse dimensioni elaborati con la tecnica in acquerello e disegni svolti dalla nostra artista. Le tematiche sviluppate sono multiple e si estendono a: paesaggio, ritratti, fiori, disegni, non tutti esposti, per un totale di 35 opere. Nell’acquerello c’è la presenza iniziale della creazione: l’acqua è fonte di vita, comunica con la vita. Le 4 sale sono suddivise per temi, la prima accoglie  quadri dedicati ad angoli suggestivi del FRIULI come: Il Lago di Cavazzo, Barbana, Verzegnis, dove l’elemento dominante è la natura e l’acqua. Il pennello è sicuro e meditato, l’accettazione pittorica si svolge entro campiture di colore precise. Le diversità atmosferiche, date anche dalla differente ubicazione dei paesaggi prescelti, giocano con i toni e mezzi toni che vengono elaborati ed inseriti in una tensione dinamica coronata da abilità disegnativa. Le dissolvenze dei colori nell’acqua vaporizzano le cromie circostanti nell’acqua stessa e si fondono in essenza euritmica con l’ambiente naturale verdeggiante e palpitante di vita, rispecchiato e accolto generosamente dall’acqua. Lo stile del dipingere della Snaidero, fondato essenzialmente sulla forza interiore creativa, sul sentimento, sul dato emozionale, è reso alla perfezione attraverso l’armonia cromatica. Emblematico, sempre in questa stanza, è il quadro intitolato: “L’attesa”, in cui non solo si descrive minuziosamente il soggetto principale, “Il campanile”, ma l’impianto si carica dell’emozione provata dall’artista nel ritrarlo, e li, mentre monta la creatività, il quadro si arricchisce sempre più di piccoli particolari, di luci, riflessi e trasparenze che lo renderanno sempre più vivo e palpitante di vita propria. Questo genere di realizzazione è ancorata ad una realtà resa suggestiva da chi l’ha penetrata, assimilata e tradotta in chiave di un sentimento. Ancora una volta è l’acqua che, attraverso il suo assorbimento delle immagini che la circondano, ci restituisce un’immagine preziosa fatta di trasparenze cristalline, di toni e tocchi di luce che vivificano ed esprimono suggestive interpretazioni della realtà.
La seconda sala dedicata a VENEZIA, è un elogio alla città, ancora all’acqua e all’uomo, alla sua presenza, al suo esserci. Il sentimento della Snaidero si fonde ad ogni singola pennellata, ad ogni minima sovrapposizione di colore e il punto più lontano, che è la linea d’orizzonte, offre a noi lo spunto di andare oltre nella decodifica del disegno, cercando spontaneamente un’altra dimensione, quella aulica. I riflessi della luce nell’acqua vibrano liricamente, scaturiti come sono dall’intimo di Germana. Gli elementi rappresentati per lei debbono sempre custodire la loro consistenza, cosicché ogni particolare raffigurato si investe di tutto il peso della sua presenza, fondamentale e utile, per l’equilibrio ricercato in tutto l’impianto pittorico.  L’atmosfera talvolta tenta di sfaldare i contorni, ma l’artista domina la tecnica anche quando il colore si scioglie, diventa acquoso e trasparente. La gestualità parlante delle architetture, la sapiente collocazione delle immagini, oculate e discrete, fanno si che ogni quadro sia una poesia. Soprattutto in questi quadri dedicati a Venezia, l’artista ha saputo rendere tutte le variazioni di colori e di luce che si verificano durante il mutare delle ore e delle stagioni, nei cieli, negli specchi d’acqua e in tutti i luoghi della laguna, sempre varia e seducente.
La sala numero 3 è dedicata ai RITRATTI. La nota più affascinante è data dai giochi delle luci e delle ombre che accentuano ancor più il focus che l’artista vuole rendere in evidenza, gli occhi e il sorriso dei soggetti prescelti. La tavolozza cromatica nella realizzazione dei ritratti si arricchisce di nuovi toni, compaiono così rosa, blu, limpidi azzurri, leggeri grigi e gialli soffusi. Si coglie in ogni realizzazione uno squarcio intimo, come profondo messaggio d’amore saturo di dolce lirica. I ritmi compositivi sono dati dall’ovale del viso e dai minuziosi particolari che lo circondano. La composizione è delicatamente controllata ed è genuina documentazione indispensabile a comprendere e far amare l’origine e l’essenza dell’essere umano. Il segno, sempre pulito e la trama delicata sono alla base del tutto e vengono ancor più valorizzati dai morbidi trapassi coloristici. I toni caldi e freddi si mescolano compenetrandosi ed accostandosi, il successo di queste unioni è dovuto alla grande conoscenza, da parte dell’artista, della forza del colore, perché lei crede esso sia di per sé l’essenza dell’arte stessa. L’invito e filone che unisce tutti i temi trattati da Germana è quello di non dimenticare mai la semplicità del cuore.
L’ultima sala è dedicata al MARE in cui ogni quadro porta tutta la conoscenza liturgica della tecnica ad acquerello, dove i giochi delle trasparenze, delle luci, delle profondità svelano e portano sempre a galla l’essenza, il mistero dell’acqua e tutte le simbologie a lei legate. La Snaidero sente la natura dell’acqua, il suo spirito antico, in ogni particella avverte la storia intrinseca.
Acqua ed aria diventano forme, luce e colore come dati di condensazione e di soffusione che tutto abbracciano, in un desiderio quasi melanconico di ritorno alle atmosfere, momenti e intimi segreti del proprio passato, un percorso di riconquista della serenità e purezza infantile.
La galleria di immagini sino qui analizzate ci conducono verso una sorta di iperrealismo sentimentale praticato a mezzo dell’indagine artistica di Germana Snaidero in cui si traduce in arte, con una invidiabile conoscenza del mezzo pittorico, di difficile dominio, come l’acquerello e si schiude in una ricca galleria di immagini dai molteplici temi selezionati durante il personale percorso di vita dell’artista. Il lirismo, l’immobilità dei soggetti ritratti,  atti a fermare l’attimo emozionale, si arricchiscono di una tavolozza dalle innumerabili sfumature e dalle commoventi trasparenze. L’armonia della forma e la morbidezza del tocco cromatico sono inserite in una prospettiva equilibrata, intimistica, quasi a voler incorniciare e proteggere un’emozione profonda ed interiorizzata dell’artista. Le vibrazioni e i palpiti del cuore si traducono e si decodificano così in abbracci, fiori, paesaggi e ci invitano con gioia e serenità a condividere la loro genuina essenza. Nasce così, inevitabilmente, la voluta e rincorsa empatia tra artista e fruitore, in un connubio e scambio spontaneo di emozioni.

Raffaella Ferrari critico d’arte


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