L’opera di Carla Poggi si distingue per una profonda spinta interiore, comunicata con veemenza attraverso le strategie proprie della tecnica pittorica. La figura umana rappresenta il fulcro centrale del suo universo tematico, studiata in diverse sfumature formali, cromatiche e strutturali. Questo costante e intenso esplorare della figura diviene il punto focale del suo lungo percorso.
I dipinti di Carla Poggi, forlivese d’adozione e livornese di nascita, si riconducono ad una lunga indagine sul corpo umano, ma nelle sue inconsuete iconografie sembra spingersi oltre, esplorandone le conseguenze estreme. Si trovano letti consumati, ripetuti e intrecciati in una pluralità inevitabile, con pieghe e panneggi che conservano solchi abbozzati di corpi scomparsi, forse fuggiti, forse inghiottiti dagli ultimi istanti del tempo. Queste rappresentazioni hanno l’impatto di un drammatico palcoscenico abbandonato, dove l’assenza risuona con inesauribile forza.
Carla Poggi, tramite le sue inconsuete raffigurazioni, sembra indagare le tracce lasciate da corpi in fuga o scomparsi. Queste tracce si manifestano come un’eredità osmotica ed ossessiva, intessuta tra gli anfratti di lenzuoli che hanno perso il candore virginale originario, trasformandosi irrimediabilmente in sudari moderni dal grigiore inquietante. Le sue opere evocano poetiche della mancanza, svelando un’atmosfera densa di mistero e silenzio.
Oltre a queste rappresentazioni suggestive, un elemento di particolare rilevanza nelle opere di Carla Poggi è l’intensità degli sguardi nei suoi ritratti. Gli occhi delle figure dipinte emanano una potente energia emotiva, trattenendo segreti e raccontando storie che sfuggono alla comprensione immediata. Questi sguardi penetranti catturano l’attenzione dello spettatore, suscitando curiosità e invitando a esplorare le profondità dell’anima umana, evocando così un coinvolgimento emotivo sempre più profondo e condiviso.
Raffaella Rita Ferrari