VILLA MABULTON
1 LUGLIO 2012
RASSEGNA CULTURALE
ARTE IN VILLA
Alberto Cristini
Alberto Cristini è nato a Rovigo nel 1960, laureato in farmacia lavora per un’azienda farmaceutica.
Le sua grandi passioni nella vita sono: sport, pittura, scultura e poesia che coltiva contemporaneamente e le fa interagire in maniera paradigmatica.
Inventore della nuoto-pittura (swimming and painting) in cui si cimenta nell’esecuzione di quadri attraversando tratti di mare o laghi con uno speciale supporto, da cui nascono i quadri dal titolo: “Cornici d’acqua”.
Il rinnovo della sua passione per la pittura è ripreso con grande impegno e dedizione nel 1989 e da qualche anno l’artista si dedica pure con grande successo alla scultura.
Nel 2008 esce la prima raccolta di poesie “Goccia d’acqua e di luce” e nel 2011: “Camminare sulle parole”.
Alcune sue sculture e quadri sono presenti in spazi pubblici sia in italia che all’estero, importante è stata l’acquisizione di una sua opera dal museo Italo Americano di San Francisco (California).
Le sue grandi conquiste natatorie sono state le traversate in acque aperte dello Stretto di Messina, Lago di Garda, Lago di Balton, Lago di Trasimeno, Lago Maggiore e di Como, Lago di Ginevra, Lago di Costanza e dal2002 hainiziato le traversate con mani e piedi legate. Nel 2004 effettua la traversata dall’isola di Alcatraz a San Francisco e nel 2005 si mette alla prova nella traversata della Baia di New York dipingendo e sempre dipingendo attraversa nel 2006la Baiadi Vancouver, 2007la Baiadi Toronto e 2008 il Lago di Loch Ness.
Cristini vanta la sua presenza in mostre collettive e personali in Italia e all’estero dove ha riscosso grandissimi successi sia dai critici che dai fruitori.
Importante è la presenza dei suoi quadri per il calendario della Regione Veneto: “Il Veneto e l’acqua” (2001) e per il calendario delle Ville Venete (2002).
L’opera pittorica di Alberto Cristini a tema paesaggi e natura sviluppa una si fitta e densa rassegna di elementi tratti dalla natura, ma encomiabile è l’elemento aggiuntivo a coronamento del suo linguaggio pittorico dato dai sentimenti propri e profondi nei confronti della sua terra.
Cristini è un cantore del suo Polesine, della sua terra piena di mistero e magia, dalla ricchezza faunistica e paesaggistica che fa diventare questo Parco Naturalistico del Delta del Po tra i più importanti d’Italia e d’Europa.
L’artista ritrae magistralmente questi paesaggi sognanti e dalle atmosfere infinite, dove l’orizzonte si confonde con il cielo e, ne fa forza, quel labirinto di acque e canneti dalla selvaggia bellezza, lagune, valli della pesca, oasi, golene che sono frutto della millenaria lotta tra uomo e natura.
Un animo sensibile come quello dell’artista non tralascia un particolare della natura, oltre ciò in lui si nota un profondo rispetto verso questa, come si intuisce anche la sua passione per l’acqua che, oltre ad essere il suo primo amato elemento è anche sinonimo di vita, fertilità, purificazione.
I suoi paesaggi si subissano di racconti e vanno a riesumare ricordi nell’intimo dell’artista, per questo i colori usati da Cristini sono colori dell’anima, la natura concede il suo tema, i suoi tramonti, i suoi abitanti, la sua articolata vita e l’artista brandisce la sua essenza e ne fa opera d’arte.
Il complesso rapporto tra l’uomo e l’acqua è cosa nota, e il Polesine (termine che deriva dal latino “Pullum” ovvero terreno molle) storicamente è stato devastato da varie alluvioni l’ultima delle quali fu nel 1951 dove si contarono 84 morti e 180.000 senza tetto. Questo fece si che la gente si abituasse alla sua terra e l’amasse in maniera straordinaria accettandola per quello che essa poteva concedere nella buona e nella cattiva sorte.
Cristini, assorbito l’insegnamento della natura, ghermisce con il suo pennello inviolabili scorci prodigiosi, dove sempre l’acqua rimane la dominatrice ineluttabile del suo dialogo tra se e quel che vede.
Ma d’acqua è fatta pure Venezia e di questa l’artista ci elargisce particolarissimi panorami fatti di colori intensi dove cielo e acqua si intaccano completamente e non si discerne più l’orizzonte se non segnato unicamente da architetture tipiche di Venezia.
Una pittura gioiosa, libera da schemi e tensioni, che ci lascia e ci concede baleni di estrema serenità dove poter sciogliere le nostre apprensioni per un attimo facendoci avvolgere dalla pace di “quella natura” dove il tempo scorre lento ed è scandito solo ed esclusivamente dai suoi intimi ritmi.
Cristini dunque è un artista diretto nel suo messaggio e purifica ciò che vede semplicemente con il suo amore immenso per la sua terra.
I colori acrilici usati o gli acquerelli, offrendo la loro immediatezza d’esecuzione, danno la possibilità all’artista di redigere nell’immediato la sua riflessione.
Emblematiche sono le opere eseguite ad acquerello dove la trasparenza dell’acqua sembra aver catturato la leggerezza e inconsistenza del cielo, a questo proposito un quadro dal titolo: “terra e acque” mi ricorda una canzone dal titolo: “Terra e acqua”, nata dalla collaborazione di studiosi e ricercatori della civiltà contadina della zona del Polesine, scritta dal poeta e giornalista Gigi Fossati (1900-1986, che è stato il più vecchio dei cronisti Veneti) musica di Sergio Liberovici, armonizzazione di Giorgio Vacchi e magistralmente interpretata dal Coro Monte Pasubio di Rovigo.
Dunque acqua e terra che incidono la fantasia, il quotidiano, la vita, i rapporti tra le persone, i loro discorsi e, quella nebbia che accarezza i visi e i cuori e rende tutto più romantico confondendo uniformemente i contorni delle città e della natura.
Questo è Alberto e la sua grande fortuna è stata quella di scoprire il mezzo più appropriato per manifestare il suo vissuto, la sua esperienza e il suo amore verso ciò che lo circonda e lo avvolge, come l’acqua quando si immerge.
Ed è proprio qui che volevo arrivare ed enunciare l’ideazione originalissima del suo fare pittura mentre si immerge in acque gelide e improponibili, qui l’artista subisce una doppia immersione quella corporea nell’acqua e contemporaneamente la sua immersione nella pittura, si crea così un completamento dell’appagamento dei sensi e dei sentimenti dell’artista in un unico atto reso a chiudere e completare un suo personale e particolarissimo percorso.
Raffaella Ferrari
Critico d’arte e curatrice di eventi