Nata a Treviso nel 1947, risiede a Udine dal 1965. La materia che le è più amica è la creta, o terra, che unita ad acqua e fuoco le consente di realizzare le sue idee. Talvolta usa la tecnica Raku, ma soprattutto direziona la ricerca sulla materia e sul suo naturale colore quello dell’argilla arricchendola con smalti composti e amalgamati fatti di materiali segreti e non ripetibili, cosicché le sue opere diventano esemplari unici.
Si avvicina all’arte a mezzo del disegno sin dalla più tenera età e intraprende così un lungo percorso attraverso l ‘arte, passione amica a volte concretizzata, a volte rimasta inespressa, ma sempre e comunque in primo piano nei suoi pensieri. Dalla materia grezza ad opera compiuta senza passare per il bozzetto perché secondo lei quello è già opera finita.
L’iter creativo della Povegliano non è mai ripetuto, è sempre studiato ai fini di ottenere il risultato espressivo voluto, ideato, atteso. L’ espressione materica ottenuta dall’autrice è concepita libera da vincoli dimensionali e realizzata in oltre trent’anni di processo artistico.
Collabora con l’UTE da oltre vent’anni. Sue opere si trovano in diverse collezioni pubbliche e private.
I temi trattati dalla Povegliano ai fini di comunicare i suoi messaggi sempre positivi a chi ammira le sue opere sono: natura e uomo.
Come dice l’artista: “ Nel momento in cui ho incontrato nel mio lungo cammino artistico l’argilla, spinta da curiosità e interesse nei confronti di qualche cosa da manipolare, le mani mi hanno subito aiutata e così sono andata avanti senza preoccuparmi di ciò che andavo a fare o ciò che volevo trasmettere”.
Le opere della Povegliano sono spesso imponenti e si appropriano dello spazio in cui vengono accolte in modo armonioso e delicato, nonostante i colori talvolta carichi simbolo di una forte personalità dell’artista. Opere in cui traspare tutta la volontà di Maria Lisa di ricercare una dialettica profonda tra materia e oggetto rappresentato, tra forma e luce, equilibrio e armonia conseguendo continuamente e appassionatamente la volontà di indagare quel mistero spirituale che va al di là di ogni cosa.
La materia pesante, corposa, presente disciplina lo spirito dell’artista tramite la sua stessa creazione ed è proprio di tracce e di memoria che è impregnata l’opera della Povegliano legata, ancorata al suo passato, al suo presente e percorso segnato per il futuro.
Difatti ricorrenti nella opera dell’artista ci sono: città e campagne, cerchi, nidi, animali appena abbozzati o delineati in modo più descrittivo, una galleria del suo vissuto, del suo attaccamento ai valori importanti della vita come la famiglia, il volontariato e l’ascolto.
I pensieri, le emozioni, i viaggi o semplicemente degli scorci rubati a fuggevoli sguardi vengono magistralmente manipolati a mezzo della materia e ne divengono esemplare opera d’arte.
Le città riprodotte nell’opera della Povegliano sono città ripulite da tutto ciò che è negativo, ridotte a piccoli tasselli uniti uno all’altro in una sorta di puzzle in cui entra a prepotenza la luce che accarezza e valorizza la forma ottenuta.
Ma le città non sono composte esclusivamente con forme fredde come quadrati e rettangoli, esse assumono molti aspetti nella creazione artistica dell’autrice come cilindri e cerchi, bucati e pieni, arricchiti di smalti o grezzi a valorizzare magistralmente la pura materia di cui sono composti.
La stessa argilla, mantenendo in se traccia del passato, ci porta inevitabilmente a interrogarci sul mistero della vita. In tutte le sculture simbolo della Povegliano ognuno di noi può liberamente ricercare il proprio vissuto.
La materia trattata diviene così metafora delle strutture sociali e delle realtà che vorremmo ci circondassero, le opere svelano una tensione evidente tra il pensiero e il processo costitutivo e consente di concepire una nuova modalità scultorea offrendo una visione caleidoscopica di spazi infiniti.
La casa, le città sono come nidi, fortezze in cui ritirarsi e dove meditare sul mondo, la casa è rifugio estremo che ti accoglie e ti da protezione. La casa può essere anche metafora, rifugio/utero materno.
Attraverso questo porre la casa/città/nido al centro del mondo artistico della Povegliano inevitabilmente viene espressa l’immagine fedele del proprio Io dell’artista, fatto di certezze e sicurezze.