CLAUDIA RAZA

L’orma intellettuale della Calligrafia 

Una delle strutture più complete dell’autoeducazione del pensiero è sicuramente rappresentata dalla forma della scrittura, perché ci permette di entrare in stretto contatto con le nostre emozioni e, oltre ciò, ci aiuta ad organizzare la trama mobile del pensiero, una sorta di ‘orma intellettuale’, entrando in stretto contatto, nel suo fluire, con il lato inespresso e inaccessibile del nostro mondo segreto, dove risiedono le nostre parole soffocate, i nostri sentimenti talvolta confusi e astratti, il nostro profondo credo e le nostre convinzioni, oltre che, l’intimo processo di crescita. Queste esperienze esistenziali, custodite nell’animo, se c’è la capacità espressiva, prenderanno la loro definitiva connotazione nella scrittura. La dislocazione tra provare – sentire e tradurre in forma pensiero, richiede il tempo di riconoscere un ritmo che risiede nell’immaginazione, nell’apprendimento e nella progettazione, e il tempo della scrittura è il tempo del pensiero che piano piano si organizza e deve rispettare periodi e regole. Gli esercizi di scrittura, i ripensamenti, le difficoltà riscontrate nel contenere l’onda dello stato del nostro spirito, sono sempre riconoscibili nella storia della letteratura, e li ritroviamo innumerevoli volte come ‘trame mobili’ in manoscritti, lettere, memorabilia e appunti. Così Claudia Raza, in questo ciclo pittorico, che ha affiancato parallelamente tutto il suo percorso artistico, senza invaderlo fino al duemila, e a partire dalla fine degli anni settanta, grazie all’incontro con una maestra calligrafa americana, unisce due grandi amori della sua vita, pittura e scrittura. Questo importante tema, che ora ha un corpus di opere ricco, e che rappresenta nella sua integrità i due antichi amori dell’autrice, è armonicamente congiunto in un’unica e libera espressione dove manca solo la voce. I fondi, perlopiù astratti e depositati su tela, carta preziosissima o carta fatta a mano, sono eseguiti con la tecnica in acrilico, aniline, o tecnica mista e, una volta completati, accolgono l’ultimo atto istintuale e immediato del gesto della scrittura, dove, il pensiero della Raza, in base al sentire del momento, sceglie lingua, stile, e contenuti da posare sulla superficie. Non è detto poi che il quadro nasca al contrario, ossia prima l’artista pensa ad una frase e su di essa ricama, in una sorta di azione di ordinamento degli spazi sacri conferiti alla scrittura, ciò che andrà ad accoglierla. Il groviglio della scrittura, sia come atto grafico che mentale, che talvolta può essere percepito più come decorazione o riempimento e che modula il ritmo di lettura del quadro, concentra in sé in realtà, quell’urlo che l’artista rimanda al mondo, la richiesta d’ascolto rispetto ai temi trattati e che variano in base all’interlocutore che lei vorrebbe avere davanti durante il suo dialogo, o monologo, e che ha come scopo finale, la conoscenza del mondo in cui viviamo, come le relazioni che intessiamo nel nostro cammino degli incontri. L’essenza della Calligrafia e dell’Arte risiedono nell’Anima, entrambe aspirano alla ricerca della Verità attraverso la loro semplicità, e soddisfano una sorta di comunicazione spirituale con il Sé personale che conduce verso una consapevolezza della vita interiore delle cose e ne tracciano la memoria dell’uomo. L’artista, attraverso questa espressione creativa raffinata cerca, a suo modo, di superare le problematiche contemporanee rivolte alla comunicazione, al linguaggio, e al suo rapporto con la Verità, nel complesso ‘gioco’ esistente tra i binomi: linguaggio-comunicazione e senso-significato. Cosicché, in questo impegnativo e spirituale percorso, c’è lo sforzo da parte sua di unire forma e contenuto in una relazione euritmica tra significante e significato che si definiscono nel segno, nel grafema, e che vedono come coronamento, l’unione del dato visivo con quello verbale. Le scelte cromatiche poi variano in base al contenuto del testo, se l’artista vuole conferire dinamicità di lettura inserisce il giallo, mentre il gesto impulsivo, passionale e graffiante, è rappresentato con l’inserimento del rosso, così come gli azzurri e i blu intensi, come i rari verdi, che rappresentano il sentimento del Cuore, vengono associati ad un’elevazione più spirituale del pensiero. Nella galleria della Raza possiamo ammirare calligrafie di vario genere, e inserite in base al tema trattato: in italiano, inglese, latino, calligrafia onciale e romana in maiuscoletto, scrittura medioevale, e scrittura libera talvolta volutamente indecifrabile e che si rimette alla nostra sola libertà d’interpretazione, ossia cosa vogliamo vedere… I testi inseriti sono riferibili perlopiù alla sua produzione poetica, ma anche, come nel caso dei libri d’artista, illustrati a pastello, acquerello e stampa, vengono inseriti in calligrafia anche pensieri, poesie o frasi di altri autori. Uno di questi libri in particolare è dedicato a Eugenio Montale, verso il quale Claudia nutre un profondo trasporto. Le parole così incastonate talvolta mutano in sola e pura immagine e, aldilà del contenuto semantico che possiedono, vengono decostruite in singolo segno, esplicitando solo un significato che va oltre il concetto insito alla parola stessa, e che risponde unicamente ad una esigenza palesemente visivodecorativa. Ma in generale il ciclo pittorico sulla calligrafia della Raza risponde, come diceva Hegel, al principio dell’Assoluto, e qui, i tre regni d’Arte, Religione e Filosofia, si unificano nella ricerca durante il viaggio terreno dedicato all’investigazione intima della coscienza dove, la corrispondenza tra realtà e intelletto, si incontrano. Tutti noi abbiamo un linguaggio personale, attraverso il quale esprimiamo il nostro mondo, e costruiamo giorno per giorno le nostre verità, che non sono altro che il frutto del nostro voler fare esperienza, così, se intraprendiamo un percorso filosofico, e desideriamo come fine rispondere al perché delle cose, siamo obbligati ad aprire gli occhi dentro noi, e a trovare un modo di dare forma al pensiero astratto. L’artista, dunque, attraverso quest’espressione forma-grafia, mette a nudo questo faticoso cammino e cerca, attraverso il suo codice arte calligrafia, di entrare ‘sub pectore’ nella Verità.

di Raffaella Ferrari ©