ADRIANA ZAMPIERI CALANDRINO.

ADRIANA ZAMPIERI CALANDRINO

Palazzo Comunale “La Loggia”

Motta di Livenza

27 Novembre 2004

 

Buona sera e benvenuti a tutti, un ringraziamento va al Comune di Motta di Livenza che è sempre positivamente aperto alla promozione culturale.

L’artista che espone è Adriana Zampieri Calandrino, milanese di nascita e vicentino- padovana di adozione.

Adriana è attiva nel campo dell’arte da più di 30 anni, ha esposto con successo in Italia e all’estero, consegue importanti consensi sia dalla critica che dai fruitori.

Le sue opere figurano in collezioni pubbliche e private, pinacoteche e raccolte. Presente nei più importanti e qualificati annuari e cataloghi d’arte moderna.

La sua formazione artistica inizia all’Accademia di Belle Arti di Perugia e si perfeziona presso la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia.

Ciò che contraddistingue l’artista è la sua grinta, il suo sapersi discostare con forza dagli insegnamenti accademici immagazzinati nei suoi anni di studio; raggiunge un’indipendenza espressiva unica nel suo genere e apprezzata con soddisfazione anche dai suoi maestri.

Nell’artista la sperimentazione assume un ruolo di primo piano, per quanto riguarda la tecnica Adriana spazia dall’incisione calcografica data da acquatinta e acqueforti, a olio su tela e tavola, tecnica mista. Applica la sua meticolosa ricerca anche su vari materiali come ceramica, porcellana e vetro.

La sua espressione artistica può essere racchiusa nella corrente figurativo-simbolico-surreale.

In realtà, il suo vedere il mondo fuori dal mondo, diviene una sorta di autoanalisi, un dialogo continuo con la sua anima, traduce il suo comunicare in emozioni timbriche date da texture pastose, colori accesi,  brillanti e simboli.

Addentrandoci, in punta di piedi, nei suoi quadri ci catapulteremo in un mondo senza gravità, fermità, attimi suggellati da un senso di vertigine bloccata, un sospiro trattenuto.

La sperimentazione segnico-cromatica ci inserisce in queste dimensioni immaginarie, frutto di una risonanza di certe personali psicologie rivelate.

L’artista crea una prospettiva sentimentale energicamente equilibrata, in cui inserisce: globi riferibili alla terra, cui è molto legata e che diviene il soggetto del vivere; lettere semiaperte che denotano una certa timidezza e riservatezza della comunicazione, sorta di mistero quasi svelato; la musica data da immagini di violini sezionati, non sarà mai un violino rappresentato interamente; i libri, anche questi non sono mai completamente aperti, riferibili alla cultura e ai suoi infiniti misteri; l’orologio e la scacchiera, simboli matematici e di razionalità, ticchettio regolare del tempo scandito dal ticchettio preciso del pennello, scacchiera data dall’impasto di colori chiari e scuri yin e yang della materia.

Ultimi elementi inseriti sono le mongolfiere, grazie alle quali l’artista simbolicamente trova un mezzo di trasporto per allontanarsi dal mondo, ma non troppo.

A parer mio i volti aggraziati , rappresentati di fronte e di spalle rispetto al globo, sono autoritratti.

Adriana s’inserisce nel quadro e vigila le sue creature, ammira il suo mondo, conserva il suo ego al di fuori del mondo, in quella dimensione pura dei sentimenti ed emozioni.

In realtà, il mistero che contraddistingue la poetica artistica di Adriana, è un alibi per mascherare la sua straordinaria disponibilità verso la vita e realtà dell’anima.


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