ADRIANA BASSI

ADRIANA BASSI
“EVOLUZIONE”
Castello Savorgnan Artegna (UD)
7 marzo 2015

L’attento ed entusiasmante percorso artistico di Adriana Bassi, nato da sperimentazioni e approfonditi studi, appuntati nel biennio 2014/2015 e oggi esposto nell’accattivante mostra dal titolo: “Evoluzione”, viene compendiato quest’oggi con l’esposizione di circa 20 dipinti e un’ interessante rassegna di disegni liberi o preparatori.
Il risultato raggiunto dall’artista in questo ciclo porta con sé un’attenta maturazione di ciò che è stato il suo percorso artistico dagli esordi sino ad oggi. Tali risultati non sarebbero riusciti ad esternarsi se non prima l’artista non avesse svolto un intenso lavoro rivolto al figurativo attivato, a partire dai primi anni del 2000, grazie alla sua iscrizione all’Accademia di Brera, dove seguendo corsi, tenuti dall’insegnante Maria Tcholakova, di nudo, artefici e figura, ha appreso le proporzioni, le prospettive e la conoscenza dei rudimenti dell’essere un vero artista.
L’entusiasmo e l’urgenza di creare portano la Bassi a staccarsi velocemente da tutto ciò che è accademico, anche se lei confessa che in realtà le fughe rispetto alle regole accademiche già avvenivano quando frequentava i corsi.
Fatto sta che, appresa, interiorizzata e sedimentata la “regola”,  l’artista ne fa tesoro e principia con la personale ricerca indirizzata sia sulla tecnica che sulla forma.
Sicuramente i grandi maestri dell’arte contemporanea hanno indirizzato in qualche modo le realizzazioni nate per mano della Bassi e qualche tenue omaggio a Mirò, Fontana, Burri o ai fratelli Basaldella sono palpabili o nelle forme e nei segni, ma talune volte anche nella scelta del colore.
Ciò non toglie l’estrema originalità dell’opera della Bassi, anzi ne fortifica ancor più il messaggio ed esalta la passione pura e profonda rivolta nei confronti dell’arte, quella vera, quell’arte che fa parlare, che dona emozioni e fa palpitare il cuore, quell’arte che stimola, invoglia e carica emozionalmente a fare senza sosta, senza limiti e che raccoglie l’urgenza personale di creare senza respiro dimenticando per un attimo tutto ciò che ci circonda.
La fonte d’ispirazione dell’artista parte proprio da un elemento che cattura il suo occhio guardandosi intorno, ecco che il gioco si fa forte e,  alimentandosi della passione detonante nei confronti dell’arte, la porta ad astrarre sentimenti, sensazioni e vibrazioni che verranno riversate istantaneamente nei supporti.
Gli stessi titoli “cuciti” ai quadri, rivelano la semplicità dell’essenza dei quadri stessi, che si vestono di una tavolozza di colori primari, talvolta arricchiti da digressioni cromatiche dissimili che appuntano la ricerca continua dell’artista anche nel mondo del colore. Quando la stesura del colore esce dai colori elementari e analizza sfumature e possibilità di toni come dei verdi o dei marroni, la Bassi raggiunge una liricità unica e fa vibrare le sue composizioni di una luce nuova, dove si scorge sempre e comunque la sua professionalità e sincera dedizione nei confronti del suo operato.
Le composizioni create richiedono tempo, ragionamento e rinnovamento continuo. I fondi, debitamente preparati e atti ad accogliere prudentemente i vari inserimenti dati dal collage, sabbia, fondi di caffè, alluminio, carta da parati, carte colorate, sacco o tessuti in genere, vengono poi graffiati, arricchiti e sovrapposti dal colore come: carboncino, pastelli ad olio o cera e acrilici. L’intersecazione e la compenetrazione di macchie di colore e segno creano esclusivi e autografi equilibri che riconoscono al quadro la propria originalità.
La lettura del quadro, cosa non semplice trattandosi di arte informale, per arrivare alla sua essenza al suo succo, trova anche una parte di lettura e input alla sua decodifica, grazie anche ai titoli prescelti dall’artista,  atti a sigillare il loro più segreto significato. Presenze, solidità, profondo rosso, nebbia in laguna, dalla finestra del bagno, etc…. Leggendo il titolo ogni fruitore sarà libero di inventare la propria storia rapportandola al suo personale e intimo vissuto, lasciandosi cullare e condividendo uno spazio proprio con quello dell’artista.
Nasce così l’empatia tra chi dona, ossia l’artista e chi riceve, ossia il fruitore. Questo penso che interessi ad Adriana, trovare un ponte tra lei e chi sta nel mondo, tra lei e se stessa, nella sua più profonda e intima essenza. Si apre così un libro, una sorta di diario di bordo, i quadri si fanno toccare, sfogliare, profumano e si impongono nell’ambiente ospitante, vibrano di energia positiva, non vi sono cose irrisolte nel passato dell’artista e se ci sono comunque non sono espresse attraverso l’arte, perché l’arte è sacra e deve solo rispondere positivamente ad urgenze positive dell’artista in questione.


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