Gaetana Tanja Pennestrì è nata a Reggio Calabria nel 1958 e vive a Caserta.
La Pennestrì esordisce nel 1980 come poetessa e collabora per lungo tempo con la rivista “La Procellaria”, ma la sua personale necessità di dar forma alle parole e la naturale attitudine verso le arti visive e plastiche la portano necessariamente a figurare il pensiero attraverso la creta e il disegno.
Questo nuovo percorso intrapreso è arricchito da vari studi ed esperienze di vita: si iscrive alla facoltà di Psicologia per catturare gli umori dell’anima e, grazie a proprie ricerche spirituali, nel 2002 compie un grande viaggio in India, durante il quale percorrerà una nuova esperienza nelle strade dello spirito e dell’Energia Sottile.
I paesaggi surrealisti o realisti che ospitano i suoi personaggi, per lo più figure femminili in cui l’artista sempre si identifica, sono eseguiti con magistrale tecnica ed efficacia nel risultato.
Essi possono essere giardini segreti, paesaggi dell’anima o la rievocazione di luoghi conosciuti e frequentati, essi sono l’amorevole contenitore, casa, nido, delle figure di donna affettuosamente custodite, la donna è però indipendente in questo mondo costruitogli attorno carico di mistero e antichi segreti.
La donna dunque al centro della poetica artistica della Pennestrì, la donna come colonna della società, della famiglia, donna come sicurezza della continuità della vita, simbolo dell’eleganza, delicatezza, sensualità, la donna/uomo che con determinazione supera e affronta gli ostacoli della vita.
La pittura, in generale, dovrebbe essere prevalentemente un fatto di idee ed emozioni e le opere della nostra artista sono sempre arricchite di una quarta dimensione, quella dell’interiorità che si fa ricerca metafisica e filosofica oltre le apparenze.
Cosicché la Pennestrì cerca la luce in se stessa e la trasferisce sempre nelle sue opere. Assocerei l’attuale percorso di Tania alla corrente surrealista che fu un vero e proprio movimento culturale diffusosi nella cultura del novecento, anni venti a Parigi, e che coinvolse tutte le arti visive inclusa letteratura e cinema. Il principale teorico del movimento fu il poeta André Breton che venne influenzato dalla lettura de: “L’interpretazione dei sogni” di Freud del 1899. Egli, dopo aver assorbito l’insegnamento di Freud arrivò al risultato che fosse inammissibile il fatto che il sogno, e di conseguenza l’inconscio, avessero avuto così poco spazio nella civiltà moderna. L’effetto di questo pensiero fu la proclamazione, attraverso un manifesto coinvolgente arte e letteratura, del movimento surrealista, in cui il sogno e l’inconscio andarono a ricoprire un ruolo fondamentale. Il primo Manifesto surrealista è datato1924 e si proclama così:
« Automatismo psichico puro, attraverso il quale ci si propone di esprimere, con le parole o la scrittura o in altro modo, il reale funzionamento del pensiero. Comando del pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazione estetica e morale.»
Partendo dal presupposto che il surrealismo sia un automatismo psichico in cui emergono i sogni quando siamo svegli, l’associazione a parole libere, pensieri e immagini senza freni inibitori si eviscera e diviene spontanea. Il surrealismo ha tre tematiche principali: amore, sogno e follia. L’ “Irrazionale”, nel linguaggio surrealista bretoniano, designa ogni libera espressione della fantasia. A sua volta “libera espressione” che sta a significare la libertà da ogni limitazione anche, e soprattutto, di tipo interiore. Un’arte dunque che sa liberare le pulsioni profonde dell’inconscio.
Saranno stati gli studi di psicologia affrontati dalla nostra autrice o una spontanea e naturale affinità verso questa corrente artistica che ci fanno così naturalmente incanalare il suo percorso in questo spettacolare movimento.
Ma chi è Tania Pennestri, cosa si agita e si muove dentro la sua persona? Un universo di sensazioni, dettate da una grande ricerca del proprio io, umiltà e volontà nel darsi delle spiegazioni sul mistero della vita e riportarle generosamente agli altri. Tania è prodiga nel donare affetto e cerca e trova amore ogni dove. Di qui la sua ricerca nell’assegnare ad ogni oggetto, sguardo, figura, situazione o paesaggio una precisa simbologia, atta ad illuminarci verso significati profondi e concetti dell’anima propri, ma che si possono universalizzare raccogliendo imponentemente esperienze singole e soggettive di vita di chi vuole entrare in contatto con lei. Di conseguenza il suo parlare attraverso i quadri, o l’appuntare lo stesso concetto in poesia o, tanto meglio, la rappresentazione scultorea, ci danno la possibilità di trovare inesorabilmente le varie chiavi di lettura sia della sua espressione visibile artistica che un aggancio e una profonda apertura verso l’interiorità dell’artista stessa, senza vergogna nello spogliarsi dai veli e nel donarsi in uno slancio di estrema fiducia verso il prossimo e nei confronti del genere umano. L’originalità e l’estrosità di Tania mettono in mano a tutti noi una serie di concetti base di rispetto della vita a tuttotondo. Qui entra in gioco la filosofia yin e yang, inscindibile dall’importanza dei quattro elementi terra, acqua, cielo e fuoco, tutto associato, integrato e fuso nella sua poetica artistica.
Analizzando le opere della Pennestrì cosa troviamo? Sogni onirici, speranze, ricordi, visioni, emozioni, in poesia, scultura e pittura, trasferiti emblematicamente con enorme trasporto emotivo ed emozionale nei vari supporti essi siano carta, tela o creta. Non c’è tensione nell’opera della Pennestrì, non c’è traccia di problemi irrisolti personali, non c’è aggressione alla tela ne nella scelta cromatica ne nella pennellata, tutto è amorevolmente avvolto da armonia, equilibrio ancor più rafforzato dalla scelta del colore che non è mai invadente, ma delicato e intelligentemente calibrato e steso in un atteggiamento di attenzione e rispetto nei confronti della “cosa” ritratta. Nell’opera di Tania ci sono tanti messaggi e li si svela nel momento in cui ci si sofferma a guardare i particolari e si ragiona su ciò che è rappresentato. Un esempio possono essere i quadri a titolo: “Cappello 1-2”, in cui in quel cappello ruota intorno una serie innumerevole di significati e si raffigura velatamente una presenza di qualcuno che si è fermato, si è seduto, ha pensato, ha ammirato e amato un posto dove tornare. Si accentua così ancor più la nostra consapevolezza che se si appartiene ad un posto ci sia sempre accesa la necessità indiscutibilmente di ritornarci, soprattutto se in quel posto ci si è trovati bene ed è stato amorevolmente culla e fonte di ispirazione di pensieri ed emozioni.
Ovunque noi siamo lasciamo vibrazioni, in qualsiasi cosa tocchiamo trasferiamo parte di noi stessi, la nostra presenza rimane nei ricordi delle persone che ci hanno visto e conosciuto e il nostro stesso ricordo è carico di tremiti scanditi dal suono palpitante del cuore invaso e soffocato, inebriato da profumi e colori; attraverso queste sensazioni ripercorriamo le nostre esperienze emozionali, sensoriali, visive, uditive e olfattive. Dunque di ogni luogo visitato o vissuto e di ogni persona conosciuta ci rimangono le sensazioni provate con i cinque sensi inscindibilmente legate alle emozioni. Tutto ciò è magistralmente risolto attraverso l’arte di Tania, visto e confermato che la sua arte è emozione. Basti scorrere attentamente la galleria dei ritratti, accuratamente e delicatamente definiti, per capire ulteriori messaggi criptati e nascosti dietro a posture o sguardi. La donna è sempre fiera di essere donna nonostante traspaia la sua minuta forza fisica, mentre si leva la grande volontà nell’affrontare la vita e nel mantenere la libertà conquistata più intellettuale che fisica. La donna deve stare sempre al gioco dettato dalla sua posizione nella società e nella famiglia, ma con intelligenza e ingegnosità riesce a reggere tutti i ruoli senza rinunciare a se stessa. Donna, terra fertile, luna, madre, con tutti i suoi dubbi e paure rivolte ad una nuova vita, il figlio che appoggia vicino alle gambe in un attimo di riflessione, di respiro, e si prepara ad affrontare convinta la vita con grande forza, determinazione e amore. L’artista così agisce su di uno stato alterato di coscienza e grazie alla lettura dei corpi sottili è in grado di percepire i messaggi contenuti nel suo campo magnetico e di tradurli sulla tela. Il risultato finale raggiunto da Tania è pittura vibrante fatta di ricchi colori e meticolosamente dettagliata, attraverso la quale offre uno sguardo commovente, potente e significativo sulla bellezza interiore. E come dice Vassili Kandinsky:
“Il colore è un mezzo che consente di esercitare un influsso diretto sull’anima. Il colore è il tasto, l’occhio il martelletto, l’anima il pianoforte dalle molte corde. L’artista è una mano che toccando questo o quel tasto mette in vibrazione l’anima umana….”.
Raffaella Ferrari Critico d’arte